Minestrone Monferrino del contadino con legumi e carni povere

I Torcelli

Mnestra mariaia e Süpa cavalanta

Fritto misto alla piemontese

La finanziera: antipasto piemontese per eccellenza

Acciughe al verde

Bagna cauda: la sua ricetta per celebrare il vino novello

Sua maestà il Tartufo

Fritto misto alla Piemontese come si fa?

Peperoni golosi: un antipasto di stagione da servire tiepido oppure freddo.

Crostata di pomodorini tiepida come antipasto

Confettura di fichi e cacao

Il tipico Agnolotto Alessandrino

Lo Zabaione: la bomba per il sabato sera

 

 

 

 

 



Fritto misto alla Piemontese come si fa?

2 fette di fegato, 4 cotolettine di agnelli, 4 fettine di vitello, 200g. di filone o cervella, 300 g di zucchine, 1 melanzana, 2 funghi porcini. Si prevede poi di passare nel pan grattato dopo aver bagnato con
uovo i componenti. Altro libro: Cucina Piemontese, editore Demetra prevede: 4 costine di agnello, 4 fettine di fegato, 100 gr. di cervello, 100 gr. di animelle, 100 gr. di lacetto, 100gr. di salsiccia, zucchini, finocchi, carciofi, melanzane, funghi porcini, semolini, amaretti prugne secche, mela.

Esecuzione:

In questo caso si propone di scottare in acqua bollente salata le cervella, le animelle, il lacetto, il carciofo, il finocchio. Poi infarinarli, passarli nell’uovo sbattuto e impanarli. Salvo la bollitura, stessa sorte anche per gli altri componenti (le prugne secche ecc.) solo gli amaretti
andrebbero passati nella pastella. Tutto fritto in olio salvo il fegato e la salciccia che andrebbero fritti nel burro… Leggi tutto »


Peperoni golosi un antipasto di stagione da servire tiepido oppure freddo.


Ingredienti:

Un chilo di peperoni quadrati di Asti rossi e gialli 150 grammi di tonno sott’olio, 5 filetti di acciuga, due spicchi di aglio, cinque cucchiai di olio extravergine di oliva, due cucchiai di aceto bianco, un cucchiaio di prezzemolo tritato e qualche foglia di basilico.

Esecuzione:

Grigliare i peperoni per togliere la buccia esterna che è poco digeribile. Lasciarli raffreddare poi eliminare i semi e tagliarli a quadretti di circa 4 centimetri. Mettere i peperoni in padella, con l’olio, i filetti di acciuga tritati, il tonno, l’aceto, il prezzemolo, il basilico, i due spicchi d’aglio, che a fine cottura andranno eliminati. Cuocere alcuni minuti, mescolare delicatamente, versare in una ciotola ed ecco è subito pronto un antipasto di stagione molto gustoso che si può servire tiepido oppure freddo, ma soprattutto è ottimo il giorno successivo!
La ricetta è stata suggerita dall’amica Franca di Vercelli.

 

Crostata di pomodorini tiepida come antipasto

Ingredienti:

250 grammi di farina di frumento, un uovo, 65 grammi di burro, 35 grammi di zucchero, un cucchiaino di sale, quattro cucchiai di latte, 1/4 di bustina di lievito di birra disidratato (a lievitazione lenta), mezzo chilo circa di pomodorini ciliegia, un ciuffetto di rosmarino.

Esecuzione:

Versare in una ciotola la farina con lo zucchero, il sale, il lievito, l’uovo ed il latte. Mescolare bene, se è necessario aggiungere qualche cucchiaio di acqua per ottenere una pasta morbida ed elastica. Stendere la pasta con il mattarello ed incorporare il burro a fettine sottili, impastare bene sulla spianatoia. Coprire e lasciar lievitare un paio di ore. Trascorso questo tempo, tirare la pasta con il mattarello piuttosto sottile e con questa foderare il fondo di una tortiera grande, oppure due piccole (diametro 28/30 cm) avendo l’accortezza di girare un po’ la pasta sul bordo.
Coprire a piacere con i pomodorini ciliegia, aggiungere un trito di foglie tenere di rosmarino, un pizzico di sale (ideale quello di Cervia) un cucchiaio di zucchero, coprire e lasciar riposare ancora 90 minuti. Infornare a 180° per 35 minuti circa. E’ pronta quando la pasta è gonfia e ben dorata ed i pomodori sono cotti. Servire la crostata tiepida con prosciutto crudo o salame come antipasto, oppure fredda con l’aperitivo. Con la stessa pasta suggerita dall’amica Janette, si possono confezionare torte con marmellata, crema o frutta cotta.

M. Pia Rossi

 

Confettura di fichi e cacao

Ingredienti:

3 kg di fichi fioroni maturi (senza pelle), 1,5 kg di zucchero semolato, 3 cucchiai colmi di cacao amaro in polvere di ottima qualità, 1 e ½ bicchiere d’acqua.

Esecuzione:

In una casseruola capiente e dai bordi alti, versate i fichi privati della pelle, lo zucchero semolato, il cacao amaro e l’acqua. Portate a bollore a fiamma moderata, mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno ed eliminando la schiuma con un mestolo forato. Quando la polpa dei frutti si sarà un po’disfatta, frullate il tutto con il frullatore ad immersione per ottenere una consistenza più vellutata.

Fate cuocere fino a quando, lasciando cadere un po’ di confettura su di un piattino e dopo averlo inclinato, essa non scivolerà via velocemente, il che significa che è pronta (di solito ci vogliono circa 50-60 minuti). In caso contrario proseguite la cottura per qualche minuto. Aiutandovi con un mestolo versate poi la confettura bollente all’interno dei vasi sterilizzati ed asciutti (senza prenderli in mano perché da pieni sono ustionanti), pulite bene con un panno i bordi dei barattoli, quindi chiudete e capovolgeteli fino al giorno seguente.

 

Il tipico Agnolotto Alessandrino

Certamente la calura estiva non incoraggia molto ad avvicinarsi ad un piatto di questo tipo (anche se sono sicuro che qualche temerario ci sia), ma essendo quella dell'agnolotto una storia interessante ho scelto di parlarne lo stesso. Dopo tutto la potete sempre metter da parte per ritrovarla in tempi più freschi. Vorrei innanzi tutto fare con voi alla svelta un po’ di storia. Carletto Bergaglio che presentò il 17 aprile 19 90 ad Alessandria nel corso del convegno “sua maestà l’agnolotto” afferma che le prime fonti attendibili risalgono al XII secolo nel territorio del Gavi , crocevia di scambi commerciali con la Liguria. Qui si trova la locanda della famiglia Raviolo, che mette a punto questo piatto. Da Gavi i ravioli giungono a Genova, sede di grandi fiere per poi emigrare in ogni dove. La famiglia Raviolo si arricchisce, compra anche il titolo nobiliare dei Gavi, che si erano estinti ed emigra in parte a Genova. Altri invece si spostano ad Alessandria e ad Asti. Il raviolo giunge anche nelle nostre campagne, viene adottato e apprezzato, ma il nome, forse per il tipo di carne usata per il ripieno cambia in agnellotto e poi agnolotto Quasi ogni paese del Monferrato e dell'Alessandrino possiede una specifica ricetta. Ingredienti (per sei otto persone): per lo stufato: 1 kg. di carne di manzo (collo); 50 gr. di burro; qualche cucchiaio d'olio; 400 gr. di cipolla; 2 carote piccole; 1 costa di sedano; 2 foglie di alloro; 2 spicchi d'aglio; 2 chiodi di garofano; un pezzetto di cannella; 4/5 grani di ginepro; sale, pepe; una bottiglia di Barbera per il ripieno: una lattuga o scarola; 150 gr. di parmigiano; 150 gr. di salsiccia; 100 gr. di salame cotto; 3 uova. per la pasta: 500 gr. di farina; 6 uova; sale. Preparazione: Lasciar marinare la carne per due giorni con il vino, le verdure tagliate a pezzettoni e gli aromi. Scolare le verdure e tritarle finemente, porle in un tegame con l’olio e far soffriggere. Scolare la carne, asciugarla, infarinarla e farla rosolare nel trito precedentemente ottenuto e già dorato. A parte filtrare e portare a bollore il vino della marinata che unirete poi alla carne caldo in modo da non far perdere il bollore. Il vino della marinata, filtrato e messo a bollire in una pentola a parte, verrà aggiunto nel tegame in modo da non far perdere il bollore alla carne. Tritare 2 o 3 pezzetti di carne, aggiungerli al sugo e mettere il tutto (che servirà per condire gli agnolotti) da parte. Preparare ora il ripieno tritando finemente a mano 500 gr. di stufato, 200 gr di lattuga tritata. Aggiungere 150 gr. di salsiccia e 100gr. di salame cotto. Rompere 3 uova e aggiungervi 2 tuorli, impastare il tutto con 500g di farina e sale qb. Lavorare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Confezionare gli agnolotti stendendo una sfoglia sottile. Far lessare in acqua salata o brodo gli agnolotti per una decina di minuti Servire in una zuppiera, indi versare il sugo dello stufato come indicato precedentemente. Cospargere di parmigiano grattugiato e servire con vino robusto.

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