Paese del Monferrato Casalese situato a 338 metri di altezza sul livello del mare, in provincia di Alessandria, si sviluppa su di una superficie di 1520 ettari ed ha una popolazione di circa 1700 abitanti. L’ abitato è arroccato su di una alta collina, da cui domina un imponente castello; la parte nuova si estende ai piedi della collina. E’ situato sul lato destro del torrente Stura. Sito Ufficiale

Storia

La storia di Murisengo ha inizio almeno dal 940 quando, secondo un documento ufficiale, il nobile "Gumbertus de Munesingo" partecipa ad un placito astigiano come vassallo del Conte Umberto di Asti. Munesengum, appare inoltre tra i possessi del monastero di San Pietro in Ciel d'oro di Pavia in un diploma di Corrado II del 1027. Troviamo poi "Munesenge" nel diploma di Federico I del 6 ottobre 1164, inserito tra le terre donate dall'imperatore all'aleramico Guglielmo il Vecchio marchese di Monferrato. Diversi vassalli si susseguono nei secoli successivi sul feudo murisenghese: i Signori di Montiglio, i Radicati di Brozolo e, dal 1420, gli Scozia con titolo comitale per ben quattro secoli. Il toponimo Murisengo per taluni storici rimanda nella desinenza germanica "eng", al sostantivo di anello, con esplicito riferimento alla tipica disposizione concentrica dei primi accampamenti longobardi. Per altri etimologisti, lascerebbe invece trasparire le sue probabili origini romane collegate al patronimico Mauritius che, in vernacolo, si trasformò in "Morissi", subendo poi la desinenza longobarda e le marcate influenze del dialetto monferrino.

Personaggi illustri a Murisengo. Luigi Lavazza (Murisengo 1859 – 1949), fondatore della dinastia di re del caffè.
Mario Allara, rettore magnifico dell’Università di Torino negli anni ’60. Massimo Boario (Murisengo, 29/9/1880 – Torino, 2/8/1956), compositore, direttore di banda, editore musicale, fondatore di numerose bande in Piemonte.


Arte

Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio Abate. A croce greca, è stata realizzata tra il 1754, quando la chiesa fu consacrata. la facciata è molto sobria, a due ordini. Le lesene dalla base proseguono verso l'alto per sorreggere il timpano neoclassico.La parte superiore è collegata da decorazioni a  volute. Sulla facciata è rappresentata – con un affresco – la tentazione di S. Antonio Abate. La chiesa ci propone un’immagine neoclassica molto equilibrata: il frutto di un attento studio delle regole classiche del buon costruire che imperavano in quel periodo. L’interno ha decorazioni fantasiose e gradevoli. Le volte delle quattro cappelle minori accolgono eleganti matronei. Interessante la pala dell’ultima cappella a destra.  Il pittore – ignorato – ha rappresentato un angelo che concede la palma del martirio e la corona a S. Candido e a S. Rocco raffigurato con il cane accovacciato ai suoi piedi che porta un tozzo di pane in bocca. Nel mezzo del quadro è ritagliata la sagoma di uno sportello a grata. Aperto lo sportello si trovano le reliquie di S. Candido. Maestose la due cappelle laterali maggiori, decorate dal pittore Ottaviano Giovanni Rapetti. Nella volta a catino è raffigurato il Paradiso. Notevole il grande organo. Si possono ammirare anche il pulpito e l’altare centrale. L’edificio è visitabile durante le celebrazioni oppure richiedendolo – con anticipo – al parroco.
La chiesa sorge nel nucleo originario del paese, vicino alla nobile costruzione del castello. Rappresenta bene la fervida attività architettonica che ha animato i nostri piccoli paesi nei secoli XVII e XVII.

Chiesa di San Luigi Gonzaga a Corteranzo, fraz. Di Murisengo. Progettata da Bernardo Vittone, terminata nel 1760. Ha una particolarissima forma a tre ordini sovrapposti. L’interno è decorato con lesene e capitelli. Il bellissimo disegno ci fa intuire l’importanza che questa costruzione ebbe un tempo. Il disegno è ben lontano dalla pesante rigidità degli edifici progettati dal Vittone, sia nel Monferrato, sia in altro luogo e rappresenta uno dei più eleganti monumenti barocchi del basso Monferrato. Questa chiesa isolata, dotata di grazia aerea, è un’ottima meta per passeggiate.




Castello.
Il grande fabbricato che vediamo oggi, collocato in un luogo panoramico e strategico, nel punto centrale del centro storico è in condizioni di degrado. Le ristrutturazioni hanno modificato l’immagine del castello che – pur avendo avuto presumibilmente origine nel XIV secolo – fu rimaneggiato e impreziosito tra il XVI e il XVII secolo dalla famiglia Guasco di Bisio.



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